Confraternita dell SS. Sacramento e della Immacolata Concezione di M.V.
Sommaia Calenzano
CALENDARIO LITURGICO 16 OTTOBRE- 21 NOVEMBRE 2010
24 OTTOBRE BEATO LUIGI GUANELLA
Luigi Guanella nacque a Fraciscio di Campodolcino in Val San Giacomo (Sondrio) il 19 dicembre 1842. Morì a Como il 24 ottobre 1915. La sua valle e il paese (m. 1350 sul mare) sono nelle Alpi Retiche. Fieri di questa libertà, fervidamente attaccati alla religione cattolica in contrasto col confinante canton Grigioni riformato, vivevano in povertà, dediti ai più duri lavori per garantirsi il minimo di sopravvivenza. Le qualità che ne riportò il G. furono l'abitudine al sacrificio e al lavoro, l'autonomia, la pazienza e la fermezza nelle decisioni, insieme a grande fede. Nono di tredici fratelli, fu ordinato Sacerdote a Como il 26 maggio 1866. In quell'occasione ebbe a dire: «Voglio essere spada di fuoco nel ministero santo»... In seguito conobbe Don Bosco presso il quale restò per tre anni.Difficoltà e incomprensioni impedirono per lunghi anni ogni avvio di opere e fecero di lui un prete errante e confinato, ritenuto matto dagli amici e pericoloso dai nemici. In tale situazione scrisse i suoi pensieri di fede più importanti. Giunto a Pianello per succedere a Don Carlo Coppini, ne raccolse l'eredità, coadiuvato da un drappello di cinque religiose, tra cui la beata Chiara Bosatta (beatificata nel 1991 da Giovanni Paolo II).Ha operato attraverso le sue suore e i suoi preti organizzati in due Famiglie religiose, le Figlie di S. Maria della Provvidenza e i Servi della Carità che hanno ricevuto dal fondatore l'amore e la cura dei poveri, specialmente dei più abbandonati, di "coloro che sono poveri nell'ingegno o nella salute o nelle sostanze" . in particolare si dedicano al ministero della carità tra i disabili mentali chiamati dal Beato i "buoni figli", tra gli anziani, i fanciulli e i giovani. Tuttavia nessuna iniziativa di carità ha lasciato indifferente don Guanella, il quale ha aperto le sue case ad ogni categoria di persone in difficoltà: sordomuti, preti vecchi e ammalati, anziani anche benestanti, ma abbandonati. Seguendo queste indicazioni del Fondatore, i Servi della Carità) hanno adeguato la loro opera, estendendola a nuove forme e adattando le istituzioni originarie alle esigenze nuove. Così, hanno ampliato l'interesse per gli anziani, hanno reso più scientifica l'assistenza ai disabili: sotto l'aspetto medico, psico-pedagogico, sociale, scolastico; hanno dato prevalenza all'educazione degli adolescenti. Hanno infine affrontato i problemi che nazioni di recente sviluppo presentano (America latina, India, Filippine e Africa).
6 NOVEMBRE SAN LEONARDO
Leonardo nacque in Gallia al tempo dell’imperatore Anastasio I (491-518), i suoi genitori erano nobili franchi amici di re Clodoveo (481-511), il quale volle fargli da padrino nel battesimo.
Da giovane rifiutò di arruolarsi nell’esercito, come era uso per i nobili franchi e si pose come discepolo di s. Remigio, arcivescovo di Reims (438-530), il grande evangelizzatore dei Franchi che aveva convertito e battezzato lo stesso re Clodoveo.
Il santo vescovo aveva ottenuto dal re convertito, di poter chiedere la liberazione dei prigionieri che avesse incontrato e anche Leonardo, preso da grande fervore di carità, chiese ed ottenne lo stesso favore, liberando così un gran numero di infelici prigionieri, vittime delle guerre barbare di quei tempi. La sua santità andava molto diffondendosi e Clodoveo I gli offerse la dignità vescovile, che Leonardo rifiutò, ritirandosi come eremita prima presso S. Massimino a Micy, poi si diresse a Limoges.
Si racconta che attraversando la foresta di Pavum nei pressi di Limoges, dove si era stabilito, si trovò a soccorrere la regina Clotilde, che era al seguito del re Clodoveo per la caccia e che era stata sorpresa dalle doglie del parto; Leonardo con le sue preghiere, le concesse di superare i dolori e quindi di dare alla luce un bel bambino.
Clodoveo per riconoscenza, gli concesse parte del bosco per edificarvi un monastero, che lo stesso Leonardo delimitò montato su un asino.
Il santo eremita edificò un oratorio in onore della Madonna, dedicando anche un altare al suo maestro, s. Remigio, da tempo defunto in fama di santità.
Parecchi familiari del santo eremita si stabilirono nei dintorni del monastero con le loro famiglie, dando così origine ad un villaggio, che poi prenderà il suo nome. S. Leonardo morì il 6 novembre di un anno verso la metà del VI secolo, certamente dopo il 530, anno in cui era morto il suo maestro, a cui aveva dedicato un altare.
Fu particolarmente venerato all’epoca della crociata e tra i suoi devoti si annovera il principe Boemondo d’Antiochia (Boemondo d’Altavilla, 1050-1111, figlio di Roberto il Guiscardo) che preso prigioniero dagli infedeli nel 1100 durante la I crociata, venne liberato nel 1103, attribuendo la sua liberazione al santo che aveva invocato; quando tornò in Europa donò come voto al santuario di Saint-Léonard-de-Noblat, delle catene d’argento, simili a quelle che lo tenevano legato.
Il ‘Martirologio Romano’ lo celebra il 6 novembre; s. Leonardo è molto raffigurato nell’arte, quasi sempre con le catene, simbolo della sua particolare protezione per i carcerati ingiustamente; per questo è patrono anche dei fabbricanti di catene, di fermagli, fibbie, ecc., inoltre viene invocato per i parti difficili, mali di testa e malattie dei bambini; contro la grandine ed i banditi; a lui si rivolgono anche gli obesi..
15 NOVEMBRE SANT’ ALBERTO MAGNO
Alberto, della nobile famiglia Bollstadt, prese ancora giovanissimo l’Abito dei Predicatori dalle mani del Beato Giordano di Sassonia, immediato successore del Santo Patriarca Domenico. Dopo aver trionfato nel mondo, al giovane studente sembrò ostacolo insormontabile le difficoltà che incontrava nello studio della Teologia, e fu tentato di fuggire dalla casa del Signore. La Madonna, però, di cui era devotissimo, lo animò a perseverare, rassenerandolo nei suoi timori, dicendogli: “Attendi allo studio della sapienza e affinché non ti avvenga di vacillare nella fede, sul declinare della vita ogni arte di sillogizzare ti sarà tolta”. Sotto la tutela della Celeste Madre, Alberto divenne sapiente in ogni ramo della cultura, sì da essere acclamato Dottore universale e meritare il titolo di Grande, ancor quando era in vita. Insegnò con sommo onore a Parigi e nei vari Studi Domenicani di Germania, soprattutto in quello di Colonia, da lui fondato, dove ebbe tra i suoi discepoli San Tommaso d’Aquino, di cui profetizzò la grandezza. Fu Provinciale di Germania e, nel 1260, Vescovo di Ratisbona, alla cui sede rinunziò per darsi di nuovo all’insegnamento e alla predicazione. Fu arbitro e messaggero di pace in mezzo ai popoli, e al Concilio di Lione portò il contributo della sua sapienza per l’unione della Chiesa Greca con quella Latina. Avanzato negli anni saliva ancora vigoroso la cattedra, ma un giorno, come Maria aveva predetto, la sua memoria si spense. Anelò allora solo al cielo, al quale volò dopo quattro anni, il 15 novembre 1280, consumato dalla divina carità. La sua salma riposa nella chiesa parrocchiale di Sant’Andrea a Colonia. Papa Gregorio XV nel 1622 lo ha beatificato. Papa Pio XI nel 1931 lo ha proclamato Santo e Dottore della Chiesa. Il 16 dicembre 1941 Papa Pio XII lo ha dichiarato Patrono dei cultori delle scienze naturali.
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