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CALENDARIO LITURGICO 20 DICEMBRE 2009 – 16 GENNAIO 2010

Confraternita del Santissimo Sacramento e della Immacolata Concezione di M.V.
PARROCCHIA DI SAN RUFINIANO VESCOVO SOMMAIA
CALENDARIO LITURGICO
MEMORIE SANTA CHIESA CATTOLICA
20 DICEMBRE 2009 – 16 GENNAIO 2010


22 DICEMBRE SANTA FRANCESCA CABRINI
Tra il 1901 e il 1913 emigrarono nella sola America 4.711.000 italiani, di cui 3.374.000 provenivano dal meridione; un vero morbo sociale, un salasso, come lo hanno definito politici e sociologi. Una fragile maestrina di S. Angelo Lodigiano, Francesca Cabrini, nata nel 1850, ultima di una nidiata di tredici bambini, al fenomeno della emigrazione non guardò con gli occhi del politico né del sociologo, ma con quelli umanissimi di donna, cristiana, meritando il titolo di madre degli emigranti. Orfana di padre e di madre, Francesca avrebbe voluto chiudersi in convento, ma non fu accettata a causa della sua malferma salute. Accettò allora l'incarico di accudire a un orfanotrofio, affidatole dal parroco di Codogno. La giovane, da poco diplomata maestra, fece molto di più: invogliò alcune compagne a unirsi a lei, costituendo il primo nucleo delle Suore missionarie del Sacro Cuore, poste sotto la protezione di un intrepido missionario, S. Francesco Saverio, di cui ella stessa, pronunciando i voti religiosi, assunse il nome. Come il santo gesuita, avrebbe voluto salpare per la Cina, ma quando venne a conoscenza della colpevole incuria e del dramma della disperazione di migliaia e migliaia di emigranti italiani, scaricati dalle stive delle navi nel porto di New York privi della minima assistenza, Francesca Saverio Cabrini non ebbe esitazioni. Anche lei nella prima delle sue ventiquattro traversate oceaniche condivise i disagi e le incertezze dei nostri compatrioti; ma è straordinario il coraggio con cui affrontò la metropoli statunitense e seppe districarvici per stabilirvi il punto d'incontro e di soccorso degli emigranti. Per prima cosa badò agli orfani e agli ammalati, costruendo case, scuole e un grande ospedale a New York, poi a Chicago, quindi in California, allargando poi la sua opera in tutta l'America, fino all'Argentina.
A chi si mostrava con lei ammirato per il successo di tante opere, madre Cabrini rispondeva con sincera umiltà: "Tutte queste cose non le ha fatte forse il Signore? ". Tradotte in cifre queste opere costituivano ben trenta fondazioni in otto diverse nazioni. La morte la colse sulla breccia, dopo un ennesimo viaggio, a Chicago, nel 1917. Il suo corpo venne portato trionfalmente a New York, nella chiesa annessa alla "Mother Cabrini High School", perché fosse vicino agli emigrati.


25 DICEMBRE NATALE DI NS GESU' CRISTO
Da lunghi secoli dopo la creazione del mondo, quando Dio all'inizio creò il cielo e la terra, da lunghi secoli ancora dopo la disobbedienza del primo uomo e dopo la purificazione della terra con le acque del diluvio, 1850 anni dopo la chiamata di Abramo e la sua partenza, sorretto soltanto dalla fede, senza alcun'altra umana sicurezza, 1250 anni dopo la rivelazione del Nome adorabile a Mosè nel fuoco del roveto ardente, dopo la redenzione del popolo strappato alla schiavitù d'Egitto e la sua liberazione attraverso le acque del mar Rosso e la sua lunga peregrinazione nel deserto nella grazia dell'alleanza, 1000 anni dopo l'unzione del re David e la promessa del Messia, 752 anni dopo la fondazione di Roma, 587 anni dopo la caduta di Gerusalemme e la deportazione del popolo a Babilonia per la purificazione dei cuori attraverso l'esilio e la parola dei profeti, 500 anni dopo il ritorno del «piccolo resto» e la ricostruzione del tempio di Gerusalemme, 150 anni dopo le sofferenze dei martiri d'Israele sotto la dominazione ellenistica essendo i poveri del Signore nell'attesa in questi giorni che sono gli ultimi in cui si compirono i secoli della pazienza di Dio, quando venne la pienezza dei tempi essendo Cesare Augusto imperatore a Roma, Erode re di Giudea, sotto il pontificato di Anna, tutto l'universo essendo in pace, nei giorni del grande censimento, Gesù Cristo, Dio eterno e Figlio dell'Eterno Padre volle santificare il mondo con la sua misericordiosa venuta SI FECE UOMO concepito dalla potenza dello Spirito Santo, NACQUE DALLA VERGINE MARIA a Betlemme di Giuda, la città di David. È la natività del nostro Signore Gesù Cristo:VENITE, ADORIAMO
26 DICEMBRE SANTO STEFANO PROTOMARTIRE
La celebrazione liturgica di s. Stefano è stata da sempre fissata al 26 dicembre, subito dopo il Natale, perché nei giorni seguenti alla manifestazione del Figlio di Dio, furono posti i “comites Christi”, cioè i più vicini nel suo percorso terreno e primi a renderne testimonianza con il martirio. Del grande e veneratissimo martire s. Stefano, si ignora la provenienza. Stefano pieno di grazie e di fortezza, compiva grandi prodigi tra il popolo, non limitandosi al lavoro amministrativo ma attivo anche nella predicazione, soprattutto fra gli ebrei della diaspora, che passavano per la città santa di Gerusalemme e che egli convertiva alla fede in Gesù crocifisso e risorto. Nel 33 o 34 ca., gli ebrei ellenistici vedendo il gran numero di convertiti, sobillarono il popolo e accusarono Stefano di “pronunziare espressioni blasfeme contro Mosè e contro Dio”. Mentre l’odio e il rancore dei presenti aumentava contro di lui, Stefano ispirato dallo Spirito, alzò gli occhi al cielo e disse: “Ecco, io contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo, che sta alla destra di Dio”. Fu il colmo, elevando grida altissime e turandosi gli orecchi, i presenti si scagliarono su di lui e a strattoni lo trascinarono fuori dalle mura della città e presero a lapidarlo con pietre, i loro mantelli furono deposti ai piedi di un giovane di nome Saulo (il futuro Apostolo delle Genti, s. Paolo), che assisteva all’esecuzione.
In realtà non fu un’esecuzione, in quanto il Sinedrio non aveva la facoltà di emettere condanne a morte, ma non fu in grado nemmeno di emettere una sentenza in quanto Stefano fu trascinato fuori dal furore del popolo, quindi si trattò di un linciaggio incontrollato. Tra la nascente Chiesa e la sinagoga ebraica, il distacco si fece sempre più evidente fino alla definitiva separazione; la Sinagoga si chiudeva in se stessa per difendere e portare avanti i propri valori tradizionali; la Chiesa, sempre più inserita nel mondo greco-romano, si espandeva iniziando la straordinaria opera di inculturazione del Vangelo. Dopo la morte di Stefano, la storia delle sue reliquie entrò nella leggenda; il 3 dicembre 415 un sacerdote di nome Luciano di Kefar-Gamba, ebbe in sogno l’apparizione di un venerabile vecchio in abiti liturgici, con una lunga barba bianca e con in mano una bacchetta d’oro con la quale lo toccò chiamandolo tre volte per nome. Il prete Luciano domandò chi fosse e il vecchio rispose di essere il dotto Gamaliele che istruì s. Paolo, i compagni erano il protomartire s. Stefano che lui aveva seppellito nel suo giardino, san Nicodemo suo discepolo, seppellito accanto a s. Stefano e s. Abiba suo figlio seppellito vicino a Nicodemo; anche lui si trovava seppellito nel giardino vicino ai tre santi, come da suo desiderio testamentario. Infine indicò il luogo della sepoltura collettiva; con l’accordo del vescovo di Gerusalemme, si iniziò lo scavo con il ritrovamento delle reliquie. La notizia destò stupore nel mondo cristiano, ormai in piena affermazione, dopo la libertà di culto sancita dall’imperatore Costantino un secolo prima. Da qui iniziò la diffusione delle reliquie di s. Stefano per il mondo conosciuto di allora, una piccola parte fu lasciata al prete Luciano, che a sua volta le regalò a vari amici, il resto fu traslato il 26 dicembre 415 nella chiesa di Sion a Gerusalemme. Invocato contro il mal di pietra, cioè i calcoli ed è il patrono dei tagliapietre e muratori.

6 GENNAIO EPIFANIA DEL SIGNORE
D'origine orientale di questa solennità è nel suo stesso nome: "epifania", cioè rivelazione, manifestazione; i latini usavano la denominazione "festivitas declarationis" o "apparitio", col prevalente significato di rivelazione della divinità di Cristo al mondo pagano attraverso l'adorazione dei magi, ai Giudei col battesimo nelle acque del Giordano e ai discepoli col miracolo alle nozze di Cana. L'episodio dei magi, al di là di ogni possibile ricostruzione storica, possiamo considerarlo, come hanno fatto i Padri della Chiesa, il simbolo e la manifestazione della chiamata alla salvezza dei popoli pagani: i magi furono l'esplicita dichiarazione che il vangelo era da predicare a tutte le genti. Per la Chiesa orientale ha grande rilievo il battesimo di Cristo, la "festa delle luci", come dice S. Gregorio Nazianzeno, anche come contrapposizione ad una festa pagana del "sol invictus". In realtà, sia in Oriente come in Occidente l'Epifania ha assunto il carattere di una solennità ideologica, trascendente singoli episodi storici: si celebra la manifestazione di Dio agli uomini nel suo Figlio, cioè la prima fase della redenzione. Cristo si manifesta ai pagani, ai Giudei, agli apostoli: tre momenti successivi della relazione tra Dio e l'uomo. Al pagano è attraverso il mondo visibile che Dio parla: lo splendore del sole, l'armonia degli astri, la luce delle stelle nel firmamento sconfinato (nel cielo i magi hanno scoperto il segno divino) sono portatori di una certa presenza di Dio.
Partendo dalla natura, i pagani possono "compiere le opere della legge", poiché, come diceva S. Paolo agli abitanti di Listri, il "Dio vivente che ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che in essi si trovano... nelle generazioni passate ha lasciato che ogni popolo seguisse la sua strada; ma non ha cessato di dar prova di sé beneficando, concedendovi dal cielo piogge e stagioni ricche di frutti, fornendovi di cibo e riempiendo di letizia i vostri cuori" (At 14,15-17). Ora "in questi giorni, (Dio) ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha fatto anche il mondo " (Eb 1,2). I molti mediatori della manifestazione della divinità trovano il loro termine nella persona di Gesù di Nazaret, nel quale risplende la gloria di Dio. Perciò noi possiamo oggi esprimere "l'umile, trepidante, ma piena e gaudiosa professione della nostra fede, della nostra speranza, del nostro amore" (Paolo VI). Nella Solennità dell’Epifania del Signore, nella quale si venera la triplice manifestazione del grande Dio e Signore nostro Gesù Cristo: a Betlemme, Gesù bambino fu adorato dai magi; nel Giordano, battezzato da Giovanni, fu unto dallo Spirito Santo e chiamato Figlio da Dio Padre; a Cana di Galilea, alla festa di nozze, mutando l’acqua in vino nuovo, manifestò la sua gloria.


Data: 30/01/2010
Fonte: confraternita sommaia
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